REGOLAMENTAZIONE ACQUE REFLUE DI LAVAGGIO

A seguito del trattato di Maastricht e costituzione della CEE, tutti gli stati membri, cioè quelli che fanno parte della CEE, devono seguire le direttive e normative della CEE.Le acque reflue sono suddivise, come da normativa CEE, in diverse categorie e relative sotto categorie.

In Italia si fa riferimento al D.l.g 152/2006 che regolamenta questo settore.

ACQUE REFLUE DOMESTICHE

ACQUE DI PRIMA PIOGGIA

ACQUE REFLUE INDUSTRIALI

 Le autorità che hanno il potere di controllo e sanzionatorio sono:

ARPA

COMUNI E/0 MUNICIPALIZZATE ACQUE DOMESTICHE

Le acque domestiche, si suddividono a loro volta in:

ACQUE NERE (servizi WC)

ACQUE BIANCHE lavandini, docce, pluviali ecc.

ACQUE GRIGIE (provenienti dalla cucina)

Con le nuove regolamentazioni, le acque nere, possono essere convogliate direttamente in rete fognaria, in quanto, il loro carico organico contiene nutrienti importanti per il depuratore civile.

Nel caso non fosse presente la rete fognaria, devono essere trattate con apposita fossa Imofh prima di essere immessa a dispersione.
A dispersione significa che, in assenza di rete fognaria, dopo essere state trattate in apposita fossa Imofh ci sono due alternative.

ll refluo dovrà confluire nei fossi nel caso ci siano
In caso contrario il refluo dovrà essere immesso in altra fossa con pareti a sassi e/o pietre che consentano la dispersione nel terreno.
Nel caso la vasca a dispersione non riesca più a contenere il refluo, dovrà essere portato al depuratore con i mezzi idonei.

Le acque bianche, con canalizzazioni separate, confluiscono direttamente nella rete fognaria.

Le acque grigie, nelle costruzioni recenti, confluiscono in un separatore grassi che trattiene i grassi e fa defluire la parte liquida nella rete fognaria, senza i grassi che dovranno essere smaltiti attraverso aziende specializzate che provvederanno ad aspirare i grassi e a trasportarli al trattamento con appositi mezzi, diversi da quelli utilizzati per lo svuotamento delle fosse Imofh.

Oltre alle acque domestiche ci sono altre acque che sono assimilabili alle urbane e sono quelle prodotte da lavorazioni in cui non viene utilizzata acqua di processo nella produzione.

Vedi pasta fresca, produzione caramelle, gelaterie, pasticcerie piccole, laboratori ecc.
In questo tipo di produzione, anche se viene utilizzata acqua, la quantità di refluo prodotto è talmente basso, che viene definita come refluo assimilabile.

Questo tipo di classificazione, acque assimilabili o acque reflue industriali, viene definita in fase di progettazione.
In buona sostanza, sono gli enti preposti, autorità di controllo, che definiscono se questo tipo di attività produrrà acque assimilativi i reflui indi striali.
Nel caso di produzione di pasta fresca in laboratorio artigianale, pasticceria sempre in laboratorio artigianale, i reflui vengono definiti assimilabili.
La stessa produzione, su scala industriale, dovrò avere il trattamento in quanto il refluo sarà definito Refluo Industriale.
Dobbiamo sempre tenere in considerazione che qualsiasi tipo di refluo che per definizione viene classificato come assimilabile, non deve PER LEGGE, superare certi determinati valori che sono stabiliti da leggi regionali.

Attività le cui acque reflue industriali sono assimilabili alle acque reflue domestiche nel rispetto della soglia dimensionale indicata.

ATTIVITA’ CHE SCARICANO ACQUE REFLUEE INDUSTRIALI ASSIMILATE AD ACQUE DOMESTICHE AI SENSI DELL’ART.101 comma 7 lett. E) D.l.gs. n. 152/2006 SOGLIE DIMENSIONALE DELL’ ATTIVITA’
Produzione non finalizzata all’ esclusiva vendita diretta di pasticceria fresca, fette biscottate e pasticceria conservata N° addetti < 4
Produzione non finalizzata all’ esclusiva vendita diretta di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili N° addetti < 4
Produzione non finalizzata all’ esclusiva vendita diretta di altri prodotti alimentari: cioccolato, caramelle, confetture, lavorazione dolciaria della frutta, aceti, prodotti a base di frutta a guscio, estratti di liquori, tè e caffè N° addetti < 4 
Produzione gelato N° addetti < 2
Servizi di lavanderia ad acqua con macchinari  Dotazione idrica annua massima di 500 mc (con medie mensili non superiori a100 mc)

Logicamente anche questi reflui, assimilabili, devono rientrare nei parametri di legge.

 

VALORI LIMITE DEI PARAMETRI PER L’ ASSIMILABILITA’ DELLE ACQUE REFLUE INDUSTRIALI, ACCERTATI PRIMA DELL ’EVETUALE TRATTAMENTO DEPURATIVO
PARAMETRI UNITA’ DI MISURA LIMITE
Temperatura °C < 30
Colore   Non percettibile dopo la diluizione 1:40 su spessore di 10 cm
Portata mc/giorno 
mc/anno
<_ 15
<_ 2000
pH   5,5 – 9,9
Materiali grossolani   assenti
Solidi sospesi mg/l <_ 700
BOD5 mg/l <_ 400
COD mg/l <_ 900
Rapporto COD/BOD5   <_ 2,5
Azoto ammoniacale mg/lcome NH4+ <_ 40
Azoto Totale mg/l come N <_ 60
Fosforo totale mg/lcome P <_ 30
Grassi ed oli animali evegetali mg/l <_ 40
Tensioattivi Totali mg/l <_ 15
Per le restanti sostanze valgono i limiti di cui alla Tabella 3 D.l.gs 152/2006

Queste categorie, sono legiferate dall’Art 101 Comma 5 D.l.g. 152/2006.
Ogni regione ha la possibilità di fare deroghe o quant ’altro in questo settore.
Fermo restando che anche in questi casi esistono di limiti negli scarichi, oltre i quali non è possibile scaricare in rete fognaria.

ACQUE DI PRIMA PIOGGIA e/o METEORICHE

Tutte le attività che hanno superfici nelle quali vengono parcheggiati veicoli e/o sono transitate da mezzi, sono sottoposte alla normativa della Gazzetta Ufficiale del 22aprile 2005 n.93 S.O.mD.l.g. 18/02/2005 n. 59 I.P.P.C. Itegrated Pollution Prevetionand Control.

In buona sostanza le acque devono essere raccolte in appositi contenitore nei quali subiranno una decantazione e attraverso il passaggio in altre vasche , avranno anche un trattamento di disoleazione, facendo confluire in rete fognaria un refluo assimilabile.

ACQUE REFLUE INDUSTRIALI

Vengono definite Acque Reflue Industriali, tutte le acque, Bianche, Nere, Grigie ecc,scaricate da edifici che svolgono attività commerciale o industriale.

La normativa che legifera questo settore è la Direttiva CEE/CEEA/CE n°271 del21/05/1991 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane il cui recepimento è poi diventato il D.l.g. 152/99 e successivamente il D.l.g. 152/2006.

Le Acque Reflue Industriali di qualsiasi natura devono essere trattate con apposito impianto trattamento acque, chimico fisico e/o biologico e devono essere scaricate inrete fognaria e/o in acque superficiali solo ed esclusivamente se rientrano ne iparametri della Tabella 3 Art. 101 comma 1 e 2 D.l.g. 152/2006.

Il trattamento delle Acque Reflue Industriali si è reso necessario per impedire lo scarico in rete fognaria, o ancora peggio in acque superficiali e/o nel suolo onde evitare di incrementare lo stato di inquinamento già elevato nelle falde, nei corsid’ acqua e nei terreni.

Con il trattamento delle Acque reflue Industriali, è naturalmente possibile, riutilizzare le acque, sia per il processo di lavorazione, per i servizi igienici e per l’irrigazione dei giardini dell’azienda.
In questo caso, i parametri dei reflui, devono necessariamente rientrare nella Tabella 3Art 101 comma 1 e 2 acque superficiali.
Riutilizzando il refluo trattato per il processo produttivo, vedi cartiere, tessile ecc, si ha l’ulteriore vantaggio di non doversi sempre approvvigionare di acqua di rete.

In questo modo si otterrà un risparmio notevole sui costi.

IMPIANTO TRATTAMENTO REFLUI

Gli impianti per il trattamento dei refluo industriali, possono essere di due tipi:
IMPIANTO CHIMICO FISICO
IMPIANTO BIOLOGICO
L’impianto chimico fisico, ha come principio del trattamento la separazione degli olii e dei grassi, la flocculazione e la filtrazione.
Uno dei maggiori problemi nell’ impianto chimico fisico, è la manutenzione e la pulizia dei filtri a carboni attivi che deve essere effettuata molto spesso per mantenerne l’efficienza.
L’impianto biologico, invece, sfrutta il processo naturale di metabolizzazione delle sostanze organiche, eliminandole.
L’impianto di trattamento acque reflue biologico, si basa, come detto sul processo naturale di metabolizzazione delle sostanze organiche.

Il processo viene completato attraverso le seguenti fasi:

Tensioattivi Biologici Eliminano la tensione superficiale
Emulsione dei grassi
Enzimi (catalizzatori) A seguito dell’eliminazione della tensione superficiale, sono facilitati nella loro azione di scissione delle molecole lunghe e/o complesse in molecole semplici
Microrganismi (batteri) Metabolizzano le sostanze organiche, e le trasformano in H2O e CO2, rimettendo in circolo gli elementi che le compongono.
I microrganismi, metabolizzando,mangiando si moltiplicano esponenzialmente e producono tensioattivi ed enzimi.

 

IMPIANTO CHIMICO FISICO
VANTAGGI SVANTAGGI
Si possono trattare tutti i tipi di reflui Costi di costruzione alti
  Costi di gestione alti
  Costi di manutenzione alti
  Smaltimento sostanze non trattate
  Non si eliminano gli idrocarburi
  Non si eliminano i tensioattivi
  Manutenzione filtri

 

IMPIANTO BIOLOGICO
VANTAGGI SVANTAGGI
Produzione fanghi Non si possono trattare reflui con metalli pesanti
Bassi costi di realizzazione  
Bassi costi di gestione  
Bassi costi di manutenzione  
Gestione impianto semplice  
Nessun rifiuto da smaltire  
   

La sostanziale differenza fra gli impianti è innanzi tutto di natura economica oltre ad avere delle differenziazioni sia nella gestione che nei costi e nei risultati.
Tutti i reflui industriali, devono essere autorizzati allo scarico, sia in rete fognaria, sia inacque superficiali, dalle autorità competenti.
Le autorità competenti, che si devono attenere all’ applicazione delle normative delD.l.g. 152/2006 sono l’ARPA e/o le autorità di gestione comunale, vedi municipalizzate, consorzi ecc.
Le sanzioni per chi non rispetta le normative possono essere di carattere amministrativo e penale a seconda delle sostanze e dei relativi valori che vengono riscontrati dalle autorità di controllo.
Tutti gli impianti di trattamento acque reflue devono essere realizzati da aziende con apposita autorizzazione.
Prima di allacciare l’impianto di trattamento con la rete fognaria, è necessario richiedere l’autorizzazione alle autorità competenti.
Autorità competenti che possono essere ARPA, e/o aziende consorziali e/o municipalizzate che ricevono l’incarico.
CONCLUSIONI
Risulta pertanto chiaro che le acque prodotte a seguito lavaggio pavimenti sono classificate come acque industriali e non possono assolutamente essere scaricate.
Devono essere trattate in apposito depuratore chimico fisico o biologico oppure stoccate in apposito contenitore autorizzato dalle autorità competenti e inviate a trattamento attraverso aziende specializzate e autorizzate.
I valori delle acque di lavaggio pavimenti, successivamente al trattamento in apposito depuratore, devono rientrare nella Tabella 3 Art 101 Comma 1 e 2 D.l.gs. 152/2006.
Chiunque venga sorpreso allo scarico di dette acque sarà punito con sanzioni penali e/o amministrative con arresto da due mesi a due anni o ammenda da €1032,00 a€7746,00 (art. 59 comma 1- D.l.gs. n. 152/2006)